Le Puppy-Class non le vogliamo

Il titolo è volutamente provocatorio ma c’è, in realtá, un fondo di vero. Sentiamo spesso parlare dell’utilità di inserire il cucciolo nelle c.d. Puppy-class o classi di socializzazione ma sono veramente funzionali al corretto sviluppo comportamentale del cucciolo? Veramente tutti i professionisti del settore le sanno organizzare e gestire?Segue una mail di risposta ad un cliente che chiedeva, appunto, la possibilitá di inserire il suo cucciolo in un contesto di puppy class. L’argomento meriterebbe un articolo approfondito ma questa sintetica risposta, forse, potrebbe comunque aprire a nuovi orizzonti

Buongiorno Cristina,
ci perdoni l’imbarazzante ritardo ma la sua mail era finita negli spam. ?

La sua richiesta mi fornisce la possibilità di approfondire una mia idea di puppy class che forniró a breve anche ai miei allievi educatori.

Con l’inglesimo “puppy-class” ci si riferisce, nel gergo comune, a lezioni di gruppo alle quali partecipano cuccioli e cuccioloni.

Nulla di male, ovviamente! Anzi in alcuni casi, è buona cosa dare al cane la possibilitá di sviluppare competenze sociali potenzialmente utili in futuro.

Nonostante tutto, sovente, le stesse si trasformano in un buon strumento per spillare soldi con il minimo sforzo per l’educatore. Un’ora di puppy class, 10 cani e diventa molto semplice portare soldi a casa.
Ovviamente il problema non è economico ma strettamente tecnico, infatti molto spesso, il professionista (o presunto tale) non fa altro che lasciare i cuccioli “a loro stessi” con la classica affermazione “lasciamoli regolare da soli”…ed è qui che facciamo disatri.

Lasciare cuccioli e cuccioloni liberi di comunicare in solitudine puó dimostrarsi, a posteriori, un vero disastro educativo in quanto puó portare il cane a perdere fiducia nel proprio riferimento umano o semplicemente portare ad un’esasperazione dell’indipendenza di cani, che già per genetica, tendono ad essere meno docili.
Le faccio un esempio di facile comprensione: ipotizziamo di avere sottomano un cucciolo introverso e con poco spessore caratteriale (nel gergo diciamo “di tempra molle”). Ipotizzato? Bene! Lo inseriamo in queste lezioni di gruppo con altri cuccioli più estroversi e “peperini” del nostro, i quali iniziano a forzare la comunicazione, lo predano, lo mordicchiano per stimolarlo al gioco e cose simili. Che effetti puó avere tutto questo sul cane? Molti, e quasi tutti negativi. Il cane potrá vivere questa esperienza in malo modo e iniziare a maturare comportamenti indesiderati (come abbaio eccessivo, fuga, aggressività intraspecifica e similari) e/o peggio iniziare a diffidare del proprio riferimento umano perchè siamo stati proprio noi a inserirlo in quella situazione spiacevole, e siamo stati proprio noi a ignorarlo e lasciare che, appunto, “si sistemassero da soli”.
Cosa facciamo quindi? Non lasciamo che i cani socializzino tra di loro?
Assolutamente no! Ma bisogna fare un lavoro in preventivo e precisamente un percorso mirato a costruire un BINOMIO: dobbiamo prima insegnare al cane e al suo conduttore a comunicare tra loro, dimostrare al nostro cucciolo che siamo capaci di toglierlo da eventuali situazioni spiacevoli o, nel caso di un cane più forte, insegnargli a utilizzare il conduttore come filtro tra lui e l’ambiente in modo da, appunto, filtrare i suoi comportamenti per il nostro tramite. Così si potranno modulare le risposte del cane ai vari stimoli, riducendo al minimo colpi di testa dovuti all’eccessiva indipendenza del nostro amico.
Più in generale, comunque, preferiamo lavorare nel senso di rendere il conduttore il punto di riferimento del cane, il compagno con cui giocare, il compagno di avventure e disavventure e poi, se alla fine di tutto questo, gli piace anche giocare con altri cani non possiamo che esserne felici, ma se non fosse così non è un grosso problema. A noi interessa che il cane PREFERISCA noi a tutto il resto.
Due singolaritá che si uniscono in un binomio. Se veramente siamo diventati una cosa sola (o lo stiamo per diventare), allora le puppy class possono essere utilizzate come strumento accessorio (e non principale) di natura educativa e un valido supporto per rafforzare ULTERIORMENTE il nostro rapporto.
Se non c’è questo lavoro preventivo, noi non inseriamo i cani in nessuna classe di socializzazione.
Nel tanto grazie mille per averci scritto

Erica Dematte