Siamo in piena estate e ci siamo chiesti se fosse necessario scrivere qualcosa riguardo il colpo di calore del cane. Eravamo titubanti, ma che scriviamo? Sempre le solite solfe, annoieremo solo i nostri utenti.
Poi in un normale sabato pomeriggio, anche noi qualche volta non lavoriamo, abbiamo fatto un giro per le strade del centro e…sì, abbiamo capito che effettivamente era necessario. Se ancora i proprietari pongono in essere comportamenti totalmente errati, significa che anche se il web pullula di articoli similari non sono comunque abbastanza.
Noi umani, nelle giornate di caldo tendiamo ovviamente a sudare e grazie a questo fenomeno fisiologico, il nostro corpo riesce a regolare la propria temperatura intera raggiungendo l’omeostasi e mantenendo efficienti tutti gli organi vitali.
L’evoluzione del cane non ha previsto questo escamotage fisiologico, quest’ultimo infatti dissipa calore solo tramite la bocca (con il respiro) e ha una forma di “sudorazione” tramite le ghiandole plantari. Resta che tali strumenti per auto regolare la propria temperatura sono decisamente poco efficienti.
Siamo certi che alcuni stati patologici nonché alcune peculiarità del cane, come negli umani, possono contribuire ad aumentare il rischio del fatidico colpo di calore.
I cuccioli e gli anziani sono sicuramente più sensibili a questa evoluzione nefasta all’esposizione al caldo, ma anche i cani di razze predisposte a climi più freddi (tra tutti i cani nordici) sono più a rischio e infine, ma non per importanza, i cani che hanno una struttura morfologica ulteriormente penalizzante. Ci riferiamo in particolar modo ai cani brachicefali (es.Carlino), quelli caratterizzati da un muso molto corto che fa di loro cani con una dimestichezza nella respirazione molto più limitata di un lupoide (esempio, Pastore Tedesco).
Il colpo di calore è veramente molto temuto da ogni cinofilo accorto, perché se statisticamente porta a tutta una serie di malori come nausea, abbattimento, collasso, in altri casi porta proprio alla morte dell’animale.
Fortunatamente, nonostante la pericolosità, il c.d. colpo di calore dà fortissimi segnali preventivi, tanto che a occhio, non per forza esperto, può essere facilmente riconosciuto.
Possiamo provare a elencarne alcuni:
- Il cane ha una respirazione accelerata,
- Ansimae ipersalivazione
- Vomito e/o diarrea
- Ha il c.d. “sorriso da iena”, quando praticamente ha un ghigno che assomiglia molto a quello di una iena con bocca aperta e tutti i denti scoperti,
- La temperatura corporea supera i 40° (che normalmente oscilla tra i 38 ai 39 gradi),
- Agitazione o comunque poca lucidità nei comportamenti,
- Gengive cianotiche (cioè di colore violacee)
Se anche solo alcuni di questi eventi si verificano, bisogna agire e anche velocemente. Molto velocemente!
Ovviamente, se abbiamo una clinica veterinaria vicino, non bisogna fare altro che caricare tutti in auto e andare spediti dal veterinario. Quando, tuttavia, per qualsivoglia ragione ciò non è fattibile bisogna essere pronti ad agire da soli. È necessario raffreddare il cane, ma con cautela, evitando shock termici. Sarebbe ideale avere uno straccio abbastanza grande da bagnarlo e passarlo delicatamente sul cane, sotto la pancia, sotto le zampe e la gola in modo tale da abbassare piano piano così facendo la temperatura. A seconda dello stato patologico, a volte far bere l’acqua al cane non aiuta, e anzi in alcuni casi il cane voracemente beve fino a strozzarsi o vomitare, creando ulteriore disidratazione. In alcuni casi, infatti, l’aumento di liquidi può essere effettuato solo in via venosa con le c.d. flebo di fisiologica.
Come prevenire un colpo di calore è abbastanza intuitivo, tenere il cane in zone non potentemente soleggiate, non uscire nelle ore particolarmente calde, moderare l’attività sportiva soprattutto nei cani particolarmente vulnerabili, fare molta attenzione al proprio cane quando è in auto.
Ma soprattutto tenerli idratati, adottando alcuni piccoli trucchi per aumentare le dosi di acqua bevute dal nostro amico, come aggiungere più acqua nella ciotola del cibo, aggiungere verdure fresche nella razione o anche alternare cibo secco e cibo umido durante la settimana e infine utilizzare alcune sostanze che possono rendere “più appetibile” l’acqua, come la polvere di argilla.
Salvatore Finaldi