Il vero cane da guardia

Avendo un affisso riconosciuto Enci, e avendo conseguito un master in allevamento Enci, cadere in errore e definirmi “allevatore” è cosa molto semplice; tuttavia i fatti non sono come appaiano. Innanzitutto credo che l’attività che svolgo con i cani possa essere più propriamente qualificata come di Selezionatore (ben diverso dal concetto di Allevatore) e, in secondo luogo, la mia esperienza in questo settore è cosi ridotta da non potermi, onestamente, insignirmi di tale titolo. Penso che un po’ di umiltà non guasti mai.
Posso definirmi, e credo che cosi mi definisca chi mi conosce, uno studioso dell’etologia nonché del comportamento canino – e solo indirettamente posso/possono ritenermi un addestratore/educatore.
Sulla base di questa premessa, penso di avere il diritto di poter dubitare della validità delle nozioni di “cane da guardia” che girano nel web o comunque nella cinofilia contemporanea. Vedo filmati di cani che quasi sbranano le sbarre dei cancelli e che vengono idolatrati come grandi cani guardiani. In alcuni casi è lapalissiano ritenere che gli utenti (allevatori/addestratori/proprietari/neofiti) non abbiano mai aperto un libro di letteratura cinofila né abbiano mai letto qualche articolo sulle c.d. “doti caratteriali” del cane ed in particolare del cane da guardia. Spesso si sintetizza nella sola dote dell’AGGRESSIVITÀ la migliore capacità del cane da guardia, ma mai giudizio fu più errato.
Probabilmente, se poco è stato letto in materia, nulla è stato visto dal vivo, poiché gli errori sono così grossolani che difficilmente posso credere che siano frutto di mala fede. Sicuramente qualcuno farà il furbetto per vendere qualche cane – il cane pazzo al cancello fa molto più scena –, ma tanti altri, invece, effettivamente incorrono nell’errore in buona fede e quindi per mancanza di cultura cinofila.
L’aggressività è uno strumento di sopravvivenza della specie, ma ha questa funziona intrinseca solo ed esclusivamente se utilizzata con parsimonia.
Ritengo che ogni pattern comportamentale di un buon cane da guardia debba essere finalizzato al soddisfacimento di due esigenze:
Risparmio energetico.
Rendersi il meno vulnerabile possibile.
Un cane che spinge furiosamente al cancello, impennando su due zampe e scuotendo con il morso sbarre o altre cose che ha a tiro, esibisce un comportamento esattamente opposto ai due punti di cui sopra, ovvero esattamente opposto a quello che dovrebbe esibire per soddisfare la tutela del proprio territorio.
Infatti, il cane con quell’atteggiamento di aggressività attiva consumerà un quantitativo di energia così elevato da vedersi privato di molta forza e resistenza nel caso fosse necessario un vero attacco (necessaria, per esempio, se il ladro entrasse comunque nella proprietà). Ovviamente a questa conclusione è facile arrivare anche senza aver studiato cani, perché, volendo fare un paragone, quando giochiamo a calcio e abbiamo una partita importante non possiamo certo fare un allenamento pesantissimo prima della gara stessa: saremmo sfiancati già dopo il primo minuto. Ebbene, il cane deve andare a risparmio energetico. Sicuramente deve tentare di dissuadere ed intimorire il malintenzionato, e perciò vanno bene ringhi, abbai e tutto il resto, eppure ogni intimidazione al quale il cane può ricorrere deve necessariamente essere pacata, nel senso che non deve essere di così alta intensità da depauperare il bagaglio energetico del guardiano. Anche se il singolo cane è decisamente allenato ed atletico, è pur sempre utile avere quanta più energia possibile nel momento in cui si combatte.
Passiamo ora al secondo punto rimanendo nell’esempio succitato. Il cane che spinge così tanto al cancello si trova per sua stessa decisione in una posizione di evidente vulnerabilità, poiché basterebbe un colpo di machete per eliminarlo. Infatti, nonostante il malintenzionato si trovi fuori dalla proprietà – e quindi ancora non rappresenti un pericolo concreto – il guardiano a quattro zampe sta consumando inesorabilmente tutte le sue energie mettendosi, fra l’altro, in una posizione potenzialmente fatale, visto che, oltre che da un’arma da taglio, potrebbe essere annientato o messo fuori combattimento da una bastonata, un cappio al collo o addirittura da un colpo di pistola.
Cosa deve fare, allora, un buon cane da guardia? Beh, credo proprio che la cinofilia moderna debba rivedere in toto i concetti che girano intorno a tale figura.
Premesso che contro un malintenzionato veramente deciso a violare la proprietà privata non ci sono cani che tengano, possiamo comunque essere sicuri che un cane guardiano, per assolvere in maniera impeccabile il suo lavoro, dovrebbe tenersi a distanza di sicurezza dal pericolo per non essere annientato prima che siano giunti i rinforzi, oppure, semplicemente, dovrebbe attirare le attenzioni del proprietario. Nel frattempo, dovrebbe scoraggiare il malintenzionato dall’entrare senza però disperdere troppe energie, così da poter essere nel pieno delle forze nel caso in cui si dovesse passare ai fatti e quindi alla colluttazione. Inoltre, IMPORTANANTISSIMO, è da ricordare che un comportamento meno dispendioso in termini di energia e di vulnerabilità permette al cane di poter restare lucido e valutare serenamente la situazione per agire nel migliore dei modi evitando errori imperdonabili.
Nel video che segue è facilmente osservabile come i due obiettivi del risparmio energetico e della minore vulnerabilità vengano raggiunti dalla cagna filmata. Infatti, si può osservare la guardiana restare a circa due metri dai rumori sospetti – il giardiniere della vicina che entra nella rispettiva proprietà – ed abbaiare con un ritmo non cadenzato privo di fuochi d’artificio.
Risparmio energetico e distanza di sicurezza: i codici genetici di questa cagna le suggeriscono chiaramente cosa deve fare per difendere il territorio fin quando possibile senza rischiare di morire. Inoltre, come scrivevo più su, essere più sobri nell’intimidazione concede la possibilità al guardiano di restare lucido – da osservare, infatti, che il cane a un certo punto inizia a girare la testa a destra ed a sinistra con l’intenzione di ascoltare meglio i rumori e, quindi, di valutare correttamente la situazione; e dopo essersi accertata che lo stimolo negativo è decisamente blando, decide di arretrare e di ritornare a riposare mantenendo pur sempre “un occhio aperto”. Da notare anche la postura della cagna: zampe leggermente divaricate in modo da poter contare su un equilibrio della postura e poter balzare facilmente in avanti oppure, all’occorrenza, all’indietro senza difficoltà e con miglior efficienza. Insomma, una postura dominante ed offensiva mantenuta senza muoversi di un centimetro. Il risparmio energetico e la posizione di sicurezza vengono espressi in maniera esemplare da questa cagna. Il rammarico è che lo stimolo negativo non sia aumentato di intensità (se per esempio il giardiniere avesse iniziato a lavorare sul muro di confine) perché avrei potuto provare che la cagna avrebbe fatto al massimo mezzo metro in avanti e poi avrebbe atteso lì cercando con il linguaggio canino di scoraggiare il malintenzionato, e ciò evitando qualsiasi esibizione in “pompa magna”.
Detto ciò, siamo veramente sicuri che l’aggressività sia la dote più importante del cane da guardia? Io credo proprio di no: Risparmio Energetico, Posizione di Sicurezza, Lucidità di pensiero e, solo alla fine, AGGRESSIVITÀ. A queste strategie comportamentali e a queste doti se ne dovrebbero aggiungere altre per fare di un cane un ottimo guardiano, ma queste saranno esaminate in un’altra occasione.
Post Scriptum:
Visto che la cagna in esame appartiene a me, si potrebbe facilmente sospettare che il tutto sia stato scritto per elevare la qualità dei miei cani. Innanzitutto, fortunatamente per me, non ho bisogno di questi espedienti per confermare le qualità dei miei cani. In secondo luogo, se sbirciate nei miei video, vedrete una cagnetta di 6mesi che vuole mordere un “finto” malintenzionato alla rete – un amico in vena di scherzare – portando avanti una difesa troppo spinta che ritengo poco efficiente, proprio come ho appena riassunto in questo articolo. Sebbene non risieda più presso la mia abitazione, quella cagnetta resta ancora di mia proprietà e, pertanto, risulta ancora appartenere al progetto di selezione of the Sagir Spirit, a dimostrazione che ogni discorso è fatto con pura trasparenza e senza nessun interesse personale.

Salvatore Finaldi